Sentinel Life: il Logo ideato da Fabio Bergamo
Sentinel Life
Il Logo scelto da Fabio Bergamo come emblema del suo lavoro in favore della educazione alla sicurezza stradale è l’immagine da Lui stesso ideata, costituita da un casco ed una cintura di sicurezza collegati l’uno all’altra. Il Logo è accompagnato dallo slogan: “Dalle Idee la Sicurezza stradale”.
Significato del Logo “Sentinel Life” di Fabio Bergamo
Il casco e la cintura rappresentati nel logo come fossero un copricapo ed una sciarpa vogliono ricordare appunto la protezione che tali indumenti offrono dagli accidenti climatici, per la cagionevole, delicata salute umana. Infatti, nella stagione fredda tutti indossiamo tali indumenti che oltre a difenderci dal freddo impreziosiscono il nostro abbigliamento.
Il casco e la cintura di sicurezza proteggono, salvaguardano dunque la vita dell’uomo dai pericoli della strada ma invitano per allegoria, anche e soprattutto ad usare “prudenza” (la cintura che tiene ancorato il nostro corpo al sedile e dunque al veicolo che guidiamo con il quale facciamo tutt’uno) ed “intelligenza” (con l’uso del casco che protegge la testa, sede della nostra coscienza, della nostra umanità razionale o anima, dunque le nostre decisioni e azioni dettate dalla coerenza e la responsabilità).
Infatti, l’uomo è dotato di una duplice razionalità: la “razionalità umana” e la “razionalità scientifica”. La prima che è la più importante, ha come referenti i “valori” che definiscono l’Essere dell’uomo; la seconda ha invece, per base i “dati” che hanno come forma di espressione ed interpretazione le misure per mezzo di numeri astratti e dimensioni spaziali e temporali).
La razionalità umana, che naturalmente viene prima, perché esclusiva caratteristica e dote tanto naturale quanto peculiare dell’uomo, ingloba la seconda, quella scientifica (la quale trova nella prima la sua ragion d’essere) servendosi di essa come uno dei tanti strumenti a sua disposizione per lo scopo ad essa destinato che è quello di condurre l’Uomo alla Verità del suo Essere, liberando il suo spirito da false dottrine e pseudo-credenze che sono, come dice Gesù Cristo, per i veri credenti da Vero Maestro, precetti di impostori (infatti la verità non si impone con la scienza ma con l’intelligenza; la scienza senza intelligenza non è scienza ma mera alchimia (o in altri termini chiacchiere o fumo negli occhi) e tutto ciò che viene imposto con l’uso di essa non può liberare lo Spirito Umano e quindi garantire alla Vita il vero suo significato, l’autentico, il genuino suo senso).
“Prudenza nella guida” (rappresentata allegoricamente dalla cintura) ed “intelligenza/consapevolezza del pericolo” (raffigurata dal casco) sono due facce della stessa medaglia; senza la prima non v’è la seconda e viceversa.
Il casco e la cintura presi da soli dunque, servono a ben poco ai fini della sicurezza stradale – (e questo lo sappiamo tutti: allacciare la cintura o indossare il casco non basta per salvarsi la vita; rispettare la norma che impone il loro utilizzo non è sufficiente se le altre norme non si rispettano o se le norme sulla sicurezza non sono dotate di logica coerenza a partire da quelle relative alla prevenzione degli incidenti fino ad arrivare a quelle sulla repressione dei crimini stradali) – ma se li concepiamo per quello che realmente sono, considerandoli appunto nella loro unione concettuale (identificazione razionale) e non nella loro separazione fattuale (mera utilità del singolo dispositivo), possono veramente assolvere completamente la loro funzione.
L’educazione alla sicurezza stradale viene indubitabilmente prima di ogni dispositivo o provvedimento atto a garantire la sicurezza stessa in strada e attiene ai “valori” di cui l’uomo, in quanto tale, è portatore esclusivo, e non ai “dati” (in termini numerici anche tradotti in varie utilità come strumenti, provvedimenti e dispositivi adottati) che sono solamente al loro servizio.
Mentre i “valori” definiscono l’Uomo, i “numeri” sono per lui uno strumento, uno dei tanti.
I valori sono l’uomo, identificano e contraddistinguono la sua immagine da tutte le altre; i numeri, diversamente da essi, servono all’uomo (come tutto quello che tramite essi può essere prodotto, conteggiato, calcolato, misurato, pesato, utilizzato, acquisito nello spazio e nel tempo).
“La cultura sta ai valori come le informazioni ai dati”.
Fabio Bergamo
La sicurezza, stradale e non – (immaginiamo quella a difesa dei terremoti che non si possono prevedere come affermano pubblicamente da anni, gli esperti e gli scienziati quasi a giustificarne di essi gli effetti tragici sulla vita e le cose delle persone; e su questa affermazione mi chiedo: ma gli incidenti stradali si possono prevedere? Un conducente può forse sapere in anticipo quando, dove e con quale dinamica gli avverrà un incidente?) – ha come sinonimo la prevenzione (la razionalità umana o intelligenza) e non la precauzione (la razionalità scientifica o scienza fine a se stessa che possiamo identificare nel progresso tecnico delle varie branche del sapere che sono chiamate ad offrire il loro contributo in favore della sicurezza stradale).
Attenzione in strada per i Motociclisti
Gli incidenti stradali non si possono prevedere ma si possono in larga misura evitare nella medesima misura in cui gli esiti più gravi e dolorosi del terremoti si possono prevenire.
Qualsiasi dispositivo denominato “di sicurezza” in verità dovrebbe essere definito “di precauzione” fino a quando la “razionalità umana” non prenderà il posto che le spetta di diritto nei confronti della mera e nozionistica “razionalità scientifica” (la cintura di sicurezza da sola non basta, ci vuole ben altro per definirla tale, per affermare ciò che essa è veramente ed in molti, tra gli addetti ai lavori, si lamentano, dopo anni e anni di lavoro, che i giovani non siano propensi ad usare il casco e la cintura senza però dare una spiegazione al problema e fornire ad esso una soluzione appunto “intelligente” perché la “risposta scientifica” già l’abbiamo, con appunto la “precauzione” del casco e della cintura di sicurezza già inventati e previsti dal CdS per ridurre gli esiti più nefasti degli incidenti a carico della salute degli utenti della strada).
Così, senza la “razionalità umana” il casco e la cintura di sicurezza si riducono ad un copricapo e ad una sciarpa, belli a vedersi ma inutili allo scopo per cui sono stati creati; e proprio la “razionalità scientifica” che li ha partoriti come tutti i sistemi, le regole, le decisioni, ecc., li ha resi inutili nei sinistri dove, pur venendo utilizzati, non hanno sortito gli effetti voluti e rischia di fare altrettanto per il presente e l’avvenire.
L’algoritmo della razionalità umana è: Sicurezza, Salute, Lavoro, Soldi.
Fabio Bergamo
Il LOGO denominato Sentinel Life simboleggia appunto lo stretto ed indissolubile legame tra “consapevolezza di sé” e “sicurezza stradale” che assumono quindi, unite insieme, un nuovo razionale concetto che è appunto quello in cui il conducente, con la sua umanità, svolge il compito di “Sentinella della Vita” affinché il tanto anelato e atteso salto di qualità della educazione e della sicurezza stradale raggiunga il suo obiettivo che è quello di azzerare la mortalità stradale.
I Guard Rail Salvamotociclisti sono l’unico dispositivo stradale a salvaguardare la vita dei motociclisti che in caso di caduta possono restare gravemente feriti o uccisi dai tradizionali guard rail che si trasformano per essi in vere e proprie ghigliottine: come rilevato da me (e solo da me anche stavolta in aggiunta a tutti i miei lavori eseguiti ad oggi in favore della sicurezza in strada) nel mio scritto sul significato del mio logo “Sentinel Life”, un dispositivo destinato alla sicurezza stradale degli automobilisti non può trasformarsi in uno strumento di morte per i motociclisti.
Fabio Bergamo
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Commenti:
“Bravo Fabio, il logo è semplice ed efficace, ricorda due elementi che devono necessariamente fondersi con gesti consapevoli da parte di coloro che conducono le due ruote o gli altri tipi veicoli senza alcuna esclusione, istruttori di guida inclusi, durante l’insegnamento! Quel che scrivi sul dualismo razionalità e umanità è assolutamente corretto, i tecnicismi hanno il solo compito di funzionare, e noi quello di impararli, ma la vera sfida risiede dentro di noi, essere pro-attivi sempre in qualunque momento perché l’eterogeneità dei mezzi sulle strade pubbliche richiede condivisione ed educazione.
Daniele Andrea Bilanzuoli – Esperto di Psicologia ed Educazione alla Guida.
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