Il Ponte Coperto di Pavia
Fedele riproduzione di quello di epoca medievale
Il Ponte Coperto, simbolo di Pavia, noto anche come Ponte Vecchio, si eleva sopra il fiume Ticino e collega il centro storico della città sito sulla riva sinistra, noto anche come Borgo Basso, ed il quartiere denominato Borgo Ticino o Lungo Ticino, collocato invece sulla riva opposta e che storicamente era fuori delle mura cittadine.
Il ponte, lungo circa 200 metri, si presenta oggi, con cinque arcate ed ha tre caratteristiche principali che lo rendono unico da un punto di vista architettonico: è totalmente coperto; su uno dei due piloni centrali di sostegno si erge una cappella dedicata a San Giovanni Nepomuceno, protettore dei nuotatori; ed alle sue estremità presenta due portali di ingresso al piano destinato al transito dei pedoni e dei veicoli.
La costruzione del ponte risale all’epoca romana, sotto l’impero di Ottaviano Augusto (63 A.C. – 14 D.C.). Infatti, in quel tempo, era già presente tale infrastruttura utile a collegare le due sponde del fiume: ancora oggi sono visibili i resti degli antichi piloni, in prossimità di quelli odierni, quando, nei periodi più caldi dell’anno, il livello del Ticino è molto basso.
Nel XIV secolo, precisamente nel 1351, quando il ponte di costruzione romana è abbandonato a se stesso e ridotto a rudere già da diversi secoli, vengono avviati i lavori di costruzione del nuovo ponte che viene ultimato nel 1354.
La foto mostra i resti del ponte realizzato nel XIV secolo
Posteriormente alla antica struttura è visibile una delle arcate del ponte attualmente in uso
Il ponte ultimato appunto nel 1354 fu progettato dagli architetti Giovanni da Ferrera e Jacopo da Cozzo. Esso si presentava con 7 arcate e due torri alle estremità, realizzate per scopi difensivi ed era collocato 30 metri più a valle del ponte di epoca romana.
Fu Galeazzo II dei Visconti (1320 – 1378) a volere che il ponte fosse coperto: la copertura a forma di tetto era sorretta da 100 pilastri in granito; la cappella centrale dedicata a San Giovanni Nepomuceno fu aggiunta molto più tardi, nel 1746.
Immagine ritraente il nobile Galeazzo II Visconti
Signore di Pavia, Alessandria, Asti, Alba, Vercelli, Como, Tortona, Novara.
Esso fu utilizzato fino alla metà del XX secolo, allorquando fu gravemente danneggiato e reso inutilizzabile dai bombardamenti delle forze alleate, avvenuti a Pavia nel 1944, contro gli invasori tedeschi, nel secondo conflitto mondiale: gli ordigni sganciati dagli aerei causarono il crollo di una delle arcate.
Finita la guerra, considerata la forte corrente del fiume ed il timore di una possibile inondazione dovuta al crollo della struttura ormai indebolita si optò non per il suo rifacimento ma per la sua totale demolizione, che avvenne nel 1948 con l’uso della dinamite: i lavori di costruzione del nuovo ponte ebbero inizio nel 1949 e terminarono nel 1951 con la sua inaugurazione.
Vista dell’interno del Ponte Coperto di Pavia
Vista dall’alto del Ponte Coperto di Pavia
La Cappella religiosa al centro del Ponte Coperto
Il Ponte Coperto di Pavia incorpora una cappella religiosa dedicata a San Giovanni Nepomuceno, martire per annegamento nel fiume Moldavia nel 1393, per ordine di Venceslao, re della Boemia, ricordato con l’appellativo del “Re Fannullone” per la sua inclinazione all’ozio ed ai vizi. In essa è presente una nicchia nella quale trova posto la statua del Santo, protettore dei nuotatori e di coloro che sono in pericolo di annegare; il Santo protegge altresì le popolazioni dalle alluvioni e le esondazioni dei fiumi e del mare.
La statua di San Giovanni Nepomuceno
Protettore dei nuotatori e di coloro che rischiano l’annegamento
La targa dedicata allo scienziato Albert Einstein (1879 – 1955)
Nel 2005 a 50 anni dalla morte di Albert Einstein, sul ponte, nella posizione centrale, è stata collocata una targa a suo ricordo, con una frase dello scienziato che quindicenne soggiornò a Pavia per un anno, a cavallo tra il 1894 e il 1895.
La targa riporta la frase: “Ho spesso pensato al bel ponte di Pavia” contenuta in una lettera inviata da lui, molti anni dopo, tra il 1946 e il 1947, ad Ernestina Marangoni (1876 – 1972), sua amica durante la permanenza a Pavia della famiglia dello scienziato.
Targa a ricordo di Albert Einsten
Albert Einstein all’età di 15 anni
Il Monumento alle Lavandaie
La statua dedicata alle lavandaie, posta nelle vicinanze del Ponte Coperto è un altro simbolo della città. La scultura in bronzo, opera dell’artista Giovanni Scapolla, realizzata nel 1981 vuole ricordare tutte le lavandaie che ogni giorno si recavano al fiume per lavare i panni in cambio di una miserevole paga.
L’artista nel realizzarla riprese l’aspetto e le fattezze di sua madre, lavandaia anch’ella e nota ai pavesi col nome di “Sciura Teresina”.
Il lavoro di lavandaia era non solo duro da un punto di vista fisico ma metteva a rischio la salute delle donne che lo svolgevano sia di giorno che di notte: d’inverno lavorando col freddo accendevano il fuoco per riscaldare l’aria circostante e mitigare così le temperature gelide.
Nel 2016, a 35 anni dalla sua realizzazione, la città ha organizzato una festa alla quale hanno partecipato due lavandaie ancora viventi.
Il Monumento alle Lavandaie di Pavia
Vista frontale del Monumento alle Lavandaie di Pavia
Bellissima veduta del Ponte Coperto di Pavia
Il Ponte coperto di Pavia al tramonto
Fabio Bergamo
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