Rialto: Il Ponte di Venezia
Rialto è il primo ponte realizzato per unire le due sponde del Canal Grande a Venezia.
Nella sua prima versione, datata 1172, il ponte era di tipo galleggiante: esso era costituito di barche affiancate l’una all’altra, prendendo il nome di “Quartarolo” che era la moneta con cui ogni persona pagava il prezzo per attraversarlo (tale moneta era molto piccola, misurava 16-17 mm di diametro, pesava tra i 0,60 e i 0,78 grammi e valeva un quarto di denaro).
Il Ponte di Rialto oggi
Ma nello stesso anno, la calca di persone che transitava su di esso, dopo aver assistito alla Messa della Vigilia di Natale presso la Basilica Marciana, causò il ribaltamento di una delle barche: caddero in acqua ben trenta persone in maggioranza donne che persero la vita per annegamento.
Nel 1180, a seguito della tragedia, il Doge Orio Mastropietro decise di far costruire il ponte con una struttura in legno: la seconda versione di Rialto fu chiamata “Ponte della Moneta” perché sulla sponda orientale, oltre al Mercato, era presente la Zecca di Venezia. A costruirlo fu l’architetto di origine lombarda Nicolò Barattiero.
Nel 1310 i congiurati della rivolta di Bajamonte Tiepolo (i cui mandanti erano le famiglie Tiepolo, Querini e Badoer) che tentarono un colpo di Stato per impossessarsi della città, sconfitti, ne distrussero una parte per evitare di essere inseguiti e catturati durante la fuga.
Il ponte fu subito restaurato e reso transitabile, ma nel 1444, crollò sotto il peso della folla accorsa al passaggio delle barche del corteo nuziale del Marchese di Ferrara.
Fu ricostruito sempre in legno, nel 1450, più largo e con una porzione mobile al centro per consentire il passaggio delle imbarcazioni più grandi, ma rimase ancora distrutto nel 1514 da un vasto incendio: il ponte della moneta arse per ben 6 ore e fu chiuso perché ormai inagibile.
Dieci anni dopo, cioè nel 1524, crollò nuovamente ma solo parzialmente.
Per la sua importanza commerciale, all’interno della città, visto che era la via di collegamento col Mercato di Rivoalto, prese il nome di Ponte di Rivoalto e che in epoca moderna è mutato in Rialto.
Il nome Rialto deriva dal latino “rivus praealtus” poi “rivus altus”, che significa “canale profondo”, in riferimento al Canal Grande del quale le isole di Rialto costituiscono le sponde.
Nella foto il ponte di Rialto con struttura in legno (fine XV secolo)
Dal dipinto “Il Miracolo della Reliquia della Croce a Rialto” di Vittore Carpaccio (1496)
Come si vede nel dipinto del Carpaccio, il ponte in legno aveva due rampe inclinate, che si congiungevano tra loro con le rispettive estremità mobili, affinché, sollevandosi, consentissero il passaggio delle imbarcazioni più grandi dotate di alberatura.
Successivamente lungo i suoi lati fissi e discendenti vennero realizzati degli ambienti chiusi destinati a botteghe ed esercizi commerciali: la pigione pagata dai locatari alla Tesoreria di Stato, garantiva degli introiti destinati alla manutenzione della struttura.
Il ponte di Rivoalto in legno con al centro le parti mobili
Disegno tratto dalla Mappa Panoramica di Jacopo de Barbari (1500)
Il ponte in pietra: la versione definitiva di Rialto
Il ponte in legno non poteva durare per sempre, dunque, a partire dai primi anni del XVI secolo (1500) si iniziò a pensare di costruire il ponte in pietra.
La sua progettazione e la sua costruzione furono rinviate parecchi anni dopo, per via degli accadimenti che interessarono Venezia in quegli anni, come la peste, gli incendi e alcune battaglie che coinvolsero la città.
La costruzione del Ponte di Rialto – nella sua versione definitiva, cioè quella che abbiamo oggi, venne a costare una cifra altissima ossia ben 250.000 ducati dell’epoca – fu dunque avviata nel 1588 e fu ultimata nel 1592; Rialto restò l’unica opera architettonica ad unire le due sponde del Canal Grande fino al 1854, anno in cui fu realizzato il Ponte dell’Accademia.
Nella costruzione, le fondamenta furono realizzate utilizzando 12.000 pali di legno di olmo infissi nel caranto (cioè il paleosuolo solido e resistente immerso in profondità nella laguna e risalente al pleistocene) e dei tavoloni di larice (poggiati orizzontalmente sui pali) sui quali è ancorata la struttura portante del ponte.
Il ponte da una estremità all’altra è lungo 48 metri; esso è ad arcata unica – larga 22 metri, con una luce di 28 metri ed una altezza massima di 7.5 metri dal livello del mare – e regge oltre alla struttura sovrastante i 24 ambienti che ospitano gli esercizi commerciali: 12 per ogni rampa suddivisi in 6 per lato. Le salite che sono tre, una centrale (larga 10 metri circa) e due laterali (ognuna larga tre metri circa) sono costituite da gradini.
Al centro, il ponte presenta due grandi arcate (con arco a tutto sesto con lesene ai lati e timpano triangolare con mascherone in chiave) che si collegano alle strutture delle botteghe aventi arco a botte.
L’archivolto sud è caratterizzato da tre decorazioni scultoree che rappresentano l’Arcangelo Gabriele e la Vergine Maria mentre riceve il messaggio divino da parte di Gabriele: il messaggio è simboleggiato dalla Colomba collocata al centro dell’arcata che vola verso Maria. Le tre sculture sono opera dell’artista Agostino Rubini: l’Annunciazione simboleggiata sul Ponte ricorda anche la data di fondazione di Venezia (25 marzo 421 d.C.) riportata in una targa scolpita in pietra, posta più in basso.
Il lato sud del Ponte di Rialto visto dal basso
L’Arcangelo Gabriele
La Vergine Maria
La Colomba che simboleggia il messaggio che Gabriele porta a Maria col quale le si annuncia che è la prescelta come madre del Figlio di Dio
L’archivolto nord presenta invece le immagini scultoree di San Marco (che è l’odierno protettore della città) e San Teodoro (precedente protettore di Venezia) realizzate dallo scultore Tiziano Aspetti.
San Teodoro
San Marco
Le pietre bianche (Pietra d’Istria) utilizzate per la costruzione del ponte provenivano dallo Zairo, il teatro di epoca romana di Padova, datato I secolo d.C.; il Vescovo della città nell’XI secolo pagò i suoi debiti con Venezia cedendo parte delle pietre di questo monumento e che più tardi furono usate appunto per erigere Rialto.
Le scalinate laterali che si affacciano sul Canal Grande presentano una balaustra in pietra con colonnine.
La scalinata laterale con la balaustra in pietra
La scelta del Ponte ad unica arcata
La Repubblica di Venezia non affidò l’incarico ad un architetto, ma bandì un concorso per scegliere il progetto più adatto a rappresentare da un punto di vista estetico, la città, attraverso il ponte che si andava a realizzare. Furono presentati ben 24 progetti.
Tra i diversi presentati non furono presi in considerazione anche quelli di artisti e architetti celebri del tempo come Michelangelo Buonarroti, Jacopo Sansovino e Andrea Palladio che avevano proposto un ponte classico realizzato a tre o più campate. Furono scartati anche i progetti di altri architetti come Jacopo Barozzi da Vignola e Vincenzo Scamozzi.
La scelta cadde sul ponte ad una sola arcata progettato da Antonio da Ponte, noto architetto veneziano, già autore di diversi restauri fatti a Venezia come quello effettuato per il Palazzo Ducale, devastato dall’incendio del 1577.
Il ponte ad una arcata era più adatto all’architettura di Venezia e Antonio da Ponte seppe più di altri rispondere a tale esigenza estetica oltre che pratica.
L’architetto Scamozzi sul progetto di Antonio da Ponte fu molto critico; egli affermò che il ponte ad unica arcata, da lui concepito, avrebbe avuto vita breve: infatti, secondo la sua opinione, il ponte sarebbe imploso in quanto le sponde a cui esso era vincolato avrebbero ceduto sotto la pressione del suo peso.
Nel 1587 furono smantellati gli ultimi resti del ponte in legno (Ponte della Moneta) e i lavori della struttura in pietra partirono nel 1588 sotto il dogato di Pasquale Cicogna per giungere ad ultimazione nel 1592.
A ritardare la costruzione del Ponte furono alcuni gravi eventi, come già anticipato, tra i quali citiamo: la Battaglia di Lepanto del 1571 che indebolì fortemente le casse della Repubblica di Venezia, la peste del 1576, l’incendio di Palazzo Ducale nel 1577.
Altri motivi del rinvio della realizzazione del ponte furono: il costo per la costruzione molto oneroso per la città di Venezia; il conflitto che venne a crearsi con i locatari delle botteghe sul ponte in legno che perdevano i loro profitti durante la costruzione del ponte o lo stesso rischio di perdere lo spazio da loro occupato quando il ponte in pietra sarebbe stato ultimato.
Dalla seconda metà del XVII secolo in poi il ponte è stato sottoposto a diverse ristrutturazioni.
Elenchiamo le principali: nel 1677 il pavimento in cotto fu sostituito da uno in trachite, nel 1740 furono restaurate le scalinate e la balaustra; nel 1769, un incendio causò la distruzione di alcune botteghe, la loro riparazione comportò la modifica del numero dei gradini delle scale laterali; nel 1823 vi fu la ricostruzione delle quattro gradinate laterali presenti alla base del ponte; tra il 1845 e il 1853 fu aggiunta la scalinata centrale, il piano di calpestio fu ancora restaurato tra il 1920 e il 1922; le botteghe vennero restaurate nel 1952; un restauro generale del ponte avvenne ancora tra il 1973 e il 1976 e nel 1982 si intervenne sulla pavimentazione.
Il Ponte di Rialto è stato recentemente restaurato grazie al contributo del gruppo OTB posseduto dall’imprenditore Renzo Rosso – a cui fanno capo i marchi della moda come Diesel, Maison Margiela, Marni, Viktor&Rolf. L’imprenditore ha vinto la gara di aggiudicazione nel 2012 portando a termine il restauro prima del termine stabilito (2017), con un costo inferiore di 5 Milioni di euro rispetto a quello inizialmente preventivato.
Il ponte di Rialto oggi risulta con fondazioni e struttura in buon stato, alcune criticità che riguardavano la balaustra e le pareti delle botteghe sono state eliminate.
Capriccio con edifici palladiani (Canaletto – XVIII secolo)
Dipinto del Canaletto raffigurante il Ponte di Rialto in base al progetto di Andrea Palladio
Alcune foto
Il Ponte di Rialto (lato sud) con i turisti affacciati alla balaustra
La singola arcata che dona eleganza al ponte nel suo complesso.
Una delle due scalinate laterali che costeggiano le botteghe
Il Ponte di Rialto dipinto dal famoso artista Giorgio De Chirico alla fine degli anni ‘50
La scalinata centrale del Ponte di Rialto
La scalinata laterale (lato sud)
Il Ponte di Rialto visto dall’alto con le botteghe con volta a botte
Il grande progetto di Andrea Palladio
Fabio Bergamo
Tra i sostenitori si segnalano
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